

che l anno venturo sia, come si dice qua, una pura:
Perchè io "sono una parte di tutto ciò che ho trovato sulla mia strada." A.Tennyson
che l anno venturo sia, come si dice qua, una pura:
"Caminante, son tus huellas el camino,
y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
Al andar se hace camino,
y al volver la vista atrásse
ve la senda que nunca
se ha de volver a pisar.
Caminante, no hay camino,
sino estelas en la mar"
"Tu che sei in viaggio,
sono le tue orme la strada
nient'altro;
Tu che sei in viaggio,
non sei su una strada,
la strada la fai tu andando.
Mentre vai si fa la strada
e girandoti indietro
vedrai il sentiero
che mai più calpesterai.
Tu che sei in viaggio,
non hai una strada,
ma solo scie nel mare."
Antonio Machado
Il deserto corre, sempre nuovo di colori e di forme non ha limiti, margini, è il non-spazio tutt'intorno è una parte di mondo aperta,
e qui mi sembra di perdere ogni contenimento,
sono io senza protezione, senza progetti, senza preoccupazioni,
sono senza spazio dentro,
sono i miei occhi, il mio sguardo, i miei pensieri liberi,
sono l'io che è, che coglie il non-spazio, che non è vuoto e non è pienezza,
è quello che coglie.
Ci sono pochi pensieri da scrivere, poche immagini da raccontare,
c'è da vedere e rivedere il tempo che scorre o che sarà andato
e fermarsi...o.......... lasciarsi andare.
Il respiro che mi fermo a sentire ...è la vita che vivo.
Anche la ferrovia che trasporta ferro da dentro sino al mare della Mauritania è un non-spazio, corre lontana senza margini e limiti come il treno che l'attraversa Km di treno che c'è e non c'è................. I luoghi che attraversa sono cumulo di abbandono, macerie abitate, sono una luce spettrale quanto i resti di dromedari che la lambiscono sparsi qua e là. Il monolite al confine con il Sahara occidentale domina lo spazio incontrollabile è pugno forte, presenza, sovrasta la ferrovia e il nostro accampamento e fa' da riferimento ai km che scorrono sempre uguali.
Come il deserto africano
ogni terra d'Africa, è patria, casa, dimora interiore,
attraversala lungo le strade, le piste, gli spazi e la folla
riconduce all'origine,
e mi permette di ripercorrermi dentro sino all'essenziale,
immediatezza dei primi attimi, di me, della vita, della terra tutta.
L'Africa resta la madre terra
la terra che ancora oggi dice da dove si è partiti
e dove torneremo...
per questo,
vivere, toccarre, ascoltare, "sporcarmi" di questa terra
mi conduce dentro.
L'Africa mi fa' sentire libera,
da ogni convenzione, potere, sovrappiù...
mi ridà l'anima, me la mette davanti, chiaramente.
L'Africa è tempo aperto,
apre il tempo del vivere
si coglie il tempo e si viene colti non appena ci si muove spezzando l'immobilità che domina il non "fare".
Apre il tempo che scorre per quel che avviene,
quando avviene..., succede vita, si compie, esiste.
Quanti volti catturati con la fotocamera intenti a dormire (?) o con lo sguardo fisso pensando (cosa?) e poi mille lente andature incontrate anche in pieno deserto (per dove?) o ore trascorse davanti l'uscio di casa per terra.... !
Nel tempo dilatato ha senso il suono, l'incontro, il gioco per strada...
la vita si "allunga", sembra tanta, come se non dovesse finire... c'è tempo...
eppure sai che basta un soffio e tutto cambia, sei aperto al cambiamento,
ogni cosa sarà... come succederà... come la lascerai accadere...
il tempo cambia... basta che succeda qualche altra cosa.......................
e in un attimo.................................................
....arriva il Natale...
e un anno nuovo...da scoprire!
Buon Tutto !"
Agnese
Io la prima, loro, i secondi.
E questo il villaggio di cui sotto, fango, granchi, ostriche, mangrovie, assoluta semplicitá, ma tanta altrettanta serenitá.
Mi son sentita dire: "vorrei avere meno per non desiderare di piú."
Quelli che seguono invece scatti di una giornata in barca sulla foce del Rio San Antonio che nel congiungersi con l'Oceano crea una laguna in prossimitá di una delle 10 spiagge piú belle del Brasile, dicono che peró in tutta franchezza non mi ha entusiasmato particolarmente: Praia do Gunga. Colore giallo/verde, bandiere, cocchi, baracche, chiese, pescatori e la mia ombra ovunque...
Oggi invece torno da un giro in jeeps su una spiaggia nell'Ilha da Croa in cui vi sono formazioni rocciose con piú di 17 tonalitá di colore, paesini di baracche, lattine di birra Skol e bambini, pescatori, ananas, aragosta, caldo de puta madre, naso che brucia nonostante la spf8, ahi!
In questo primo assaggio di questo enorme continente mi ritrovo frastornata, a volte commossa per le grandi contraddizioni presenti in ogni angolo: baracche e ville, piedi scalzi e scarpe chiuse, ogni tonalitá di colore di occhi capelli e pelli, ma sempre sempre sempre il sorriso in viso, svoglia di lavorare ma grande volgia di divertisri, ballare e bere cachasa, birra rigorosamente gelata o caipirinha... contraddizioni, tante, troppe, ne ho giá viste in giro per il mondo, mi viene in mente l'India, l'Africa, il centro America, ma qui sono piú evidenti piú toccanti, piú commoventi... il vederle, il viverle mi spossa piú di quanto non facciano la mancanza di sonno e la stanchezza fisica... mi chiedo: perché? che senso ha tutto ció?
Vorrei avere una bacchetta magica e con un tocco essere giá a destinazione con tutte le poche (e giuste) cose al loro posto...e invece niente bacchetta, niente fai valigie, ma a poche ore dal decollo ancora qui ad aggiungere da una parte e togliere dall'altra...
Uff'!
Tramonto di Caluso, ieri sera, cielo tersissimo illuminato da splendidi quanto vivi colori che parlavano a chi, come me, punzecchiata dall'aria frizzante passeggiava fra questi rossi tetti e cime delle vicine Alpi frescamente innevate con i nuovi occhi di chi sa che sta andando laddove tutto ció fra cui son cresciuta non ci sará e la cui visione di tanto in tanto mi mancherá...
"Lo si schiaccia dolcemente tra lingua e palato; lentamente fresco e delizioso, comincia a fondersi: bagna il palato molle, sfiora le tonsille, penetra nell’esofago accogliente e infine si depone nello stomaco che ride di folle contentezza."
G. Flaubert