venerdì, giugno 30, 2006
All my NOs
Ieri ho visto un amica con cui ci rincorriamo da un pò per un aperitivo torinese come scusa per un saluto che oramai non può che essere un arrivederci a non si sa quando nè dove. Siamo tutt'e due in partenza per continenti diversi, con ambizioni e motivazioni diverse, Los Angeles e Dubayy, alla ricerca di un lavoro e di un amore, sicuramente entrambe alla ricerca del nostro posto nel mondo. Come in ogni nostro incontro ci siamo raccontate di noi, delle nostre vite, delle nostre lagrime, dei nostri sogni. Lagrime, si, lagrime di donne. Proprio oggi un altra "amica" mi ha detto questa frase che mi ha colpita molto per la sua veridicità. Dice che la strada delle donne è segnata dal sangue, dal primo rapporto, il ciclo mestruale, il parto e poi ancora lagrime versate per amore, quanto sangue! Beh, io e la mia amica nei nostri pochi e fugaci incontri ci raccontiamo sempre molto delle nostre ferite, del sangue versato, senza pudori senza vergogna. La stessa che pare si innalzi fra noi quando si tratta di parlare di ferite chiuse. Mi chiedo se un giorno riusciremo mai a parlare un pò anche dei nostri sorrisi. Lo spero tanto. Il nostro saluto è stato un abbraccio che parlava di noi, delle aspettative che entrambe abbiamo taciuto l'un l'altra, del timore misto a curiosità per le esperienze che a breve vivremo, chissà, forse perchè sono aspettative di sorrisi ed equilibri, cose che esulano dal nostro raccontarci.
Ma come fanno le donne ad essere cosi fragili eppure cosi forti? Di quanti strati è composta la loro personalità? Quale segreto nascondono in fondo all'anima? Lo sanno, loro, almeno, lo sanno? Io credo di no, altrimenti non si porterebbero dentro quel sottile disiagio esistenziale, quell'impalpabile senso di inadeguatezza che le rende cosi misteriose e vulnerabili, cosi sensibili e complicate, cosi imprevedibili. (tratto da: Cosa ti aspetti da me)
mercoledì, giugno 28, 2006
Itaca
As you set out for Ithaka hope your road is a long one,
full of adventure, full of discovery.
Laistrygonians, Cyclops,angry Poseidon don't be afraid of them:
martedì, giugno 27, 2006
Perdida...
Oh Jesus! Non so veramente da dove iniziare, non vorrei, posticiperei, ma il tempo è tiranno e non me lo permette. Cosi mi dopo 20 minuti buoni contemplazione della mia camera inizio. E penso che devo inziare a dare un ordine alle cose che mi circondano per capire quali son degne di venire via con me. Che parolona!: degne...beh, meglio dire quali mi potrebbero essere utili. E' che ne ho troppo, troppe cose, troppi vestiti, troppe confusioni, troppe domande a cui rispondere, troppo tutto e non so più cosa è indispensabile e cosa non lo è. Troppe cose che mi sembrano importanti, troppo difficile dare le giuste priorità, almeno quando son in preda a questo stato emotivo ballerino. Come si può dare ordine a ciò che ci sta fuori se si parte dal caos piu totale interiore? La valigia andrebbe fatta un mese prima della partenza, almeno la mia. Adesso sono persa, non so da dove iniziare. Attendo un illuminzione. E nel frattempo sperando che la frase che le segue sia vera, allego foto del mio punto di partenza che mi rappresenta molto bene, giusto per darvi un idea...
Bisogna avere il caos dentro di sé per generare una stella danzante. Nietsche
lunedì, giugno 26, 2006
Giornata storta
sabato, giugno 24, 2006
Colours
Si dovrebbe provare simpatia per il colore, la bellezza, la gioia di vivere. Quanto meno si parla dei mali della vita, tanto meglio è. O.Wilde
Porte
Le porte mi hanno sempre attirata, un pò come le strada, sono i soggetti che fotografo più di frequente, e se non posso fotografarli mi giro a guardarle e rallento camminando nel mio paesino cosi come in giro per il mondo. In India sono impazzita quante ce n'erano, cosi come nell'entroterra cipriota, nei quartieri vecchi di Lisbona, tante, vecchie, colorate con un sacco di mondi dietro che avrei voluto conoscere, entrare, sbirciare... Mi piace sempre pensare che nascondano un mondo nel mondo e ciò mi affascina moltissimo.
Non avere mai paura delle ombre. Significano solamente che c'è della luce che splende lì vicino. R.Renkel
Come in tutte le cose, essendoci sempre una grande ombra dietro ad una brillante luce, mai come in questi giorni mi sto rendendo conto di quanto sia difficoltoso varcare La Porta, la stessa porta che tanto mi affascina e che cosi' spesso mi chiama a sè. Mai come in questi giorni, mancandone veramente pochi alla mia ennesima partenza me ne sto rendendo conto. E' l'11esima volta che la mia irrequietezza Baudeleriana mi fa partire per vivere sempre in posti diversi e adesso, come la prima volta il preparare la valigia mi rende vulnerabile, più introspettiva del solito. Sarà che man mano che si avvicinano i 30 abbia la crescente sensazione di mettermi sempre più in gioco, non so, o forse è mia natura che mi ci metta io sempre di più indipendentemente dall'età, comunque è proprio vero, il primo passo da compiere credo in tutte le cose è il più arduo, il più lungo. Ma il primo avrebbe dovuto essere il decidere di partire? Ma io, l'ho mai "deciso" ?!
Che poi lo stracitato "quando si chiude una porta si apre un portone" non so voi, ma io non l'ho mica mai capito nè provato, credo... Che sia per colpa del fascino che esercitano su di me le porte chiuse ?!? Porte che per piacermi oltre che chiuse devono rigorosamente essere anche alle mie spalle... di fronte a quelle proprio non riesce a distogliere lo sguardo... nè le lagrime per non averne più la chiave... Accipicchia a me!
venerdì, giugno 23, 2006
On the Road...
Amo le strade, tutte, soprattutto quelle lunghe e possibilmente tortuose, amo le nuvole che le sovrastano, il sole che sbircia fra i spiragli di queste per guardarmi, per farmi luce, amo partire...
La strada ci chiama, cosa aspettiamo, let's go, then!
Nessun vento è favorevole per chi non sa dove andare, ma per noi che sappiamo, anche la brezza sarà preziosa. R.M.Rilke