All my NOs
Ieri ho visto un amica con cui ci rincorriamo da un pò per un aperitivo torinese come scusa per un saluto che oramai non può che essere un arrivederci a non si sa quando nè dove. Siamo tutt'e due in partenza per continenti diversi, con ambizioni e motivazioni diverse, Los Angeles e Dubayy, alla ricerca di un lavoro e di un amore, sicuramente entrambe alla ricerca del nostro posto nel mondo. Come in ogni nostro incontro ci siamo raccontate di noi, delle nostre vite, delle nostre lagrime, dei nostri sogni. Lagrime, si, lagrime di donne. Proprio oggi un altra "amica" mi ha detto questa frase che mi ha colpita molto per la sua veridicità. Dice che la strada delle donne è segnata dal sangue, dal primo rapporto, il ciclo mestruale, il parto e poi ancora lagrime versate per amore, quanto sangue! Beh, io e la mia amica nei nostri pochi e fugaci incontri ci raccontiamo sempre molto delle nostre ferite, del sangue versato, senza pudori senza vergogna. La stessa che pare si innalzi fra noi quando si tratta di parlare di ferite chiuse. Mi chiedo se un giorno riusciremo mai a parlare un pò anche dei nostri sorrisi. Lo spero tanto. Il nostro saluto è stato un abbraccio che parlava di noi, delle aspettative che entrambe abbiamo taciuto l'un l'altra, del timore misto a curiosità per le esperienze che a breve vivremo, chissà, forse perchè sono aspettative di sorrisi ed equilibri, cose che esulano dal nostro raccontarci.
Ma come fanno le donne ad essere cosi fragili eppure cosi forti? Di quanti strati è composta la loro personalità? Quale segreto nascondono in fondo all'anima? Lo sanno, loro, almeno, lo sanno? Io credo di no, altrimenti non si porterebbero dentro quel sottile disiagio esistenziale, quell'impalpabile senso di inadeguatezza che le rende cosi misteriose e vulnerabili, cosi sensibili e complicate, cosi imprevedibili. (tratto da: Cosa ti aspetti da me)
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