domenica, aprile 13, 2008

Prime impressioni St KITTS

Di tutti i posti in cui ho per breve o largo tempo vissuto mi é sempre piaciuto ricordare e cercare in qualche modo di memorizzare le prime impressioni, cristallinizzarle. 
Mi piace e mi da adrenalina conoscere il nuovo, soprattutto il diverso che rimane tale solo per poco quando  si va a vivere in un posto perché per poterlo fare bisogna integrarsi e plasmarsi in base proprio in base a ció che inizialmente ci sorprende ed entusiasma e di solito é ció che costa di piú. Di questa mia nuova...come dire? destinazione?
 mh...no, mi sa che non posso piú in realtá chiamare tale perché il definirla cosí la rende in qualche modo temporanea, cosa che non é. Beh, diciamo che questa isola non mi avrebbe mai affascinata che vista arrivare se non fosse stato per il mio cuore per cui non me ne ero fatta nessunissima aspettativa ma l´arrivare mi ha dato conferma che ogni posto, anche quello meno ´desiderato´ riserva sempre qualche motivo di lasciarci a bocca aperta per un motivo o per l´altro. Al momento sto assaporando a pochi giorni dal mio arrivo queste sensazioni che mi piacciono sempre. 
L´isola é piccinissima, fa parte di un microarcipelago con la sua vicina isola gemella Nevis, entrambe ospitano un vulcano e sono dai contorni morbidi, verdemente soffici e montagosi per quanto possano esserlo nella loro minima estensione. Arrivare da St Marteen é divertentssimo in quanto il solo mezzo é un aeroplanino
 a eliche a 12 posti che nei suoi 23 minuti di volo da una panoramica di questa fetta di mondo fatta di isolette sparse nell Oceano pare come riflesso della Via Lattea.
Arrivare poi nell aeroporto Bradshaw con le mille domande dell immigracion mai postemi in nessuna altra parte del mondo ti fa sentire ospite a casa di qualcuno, dire non gradito sarebbe troppo forte, ma diciamo che prima di farti entrare nella loro amata isola e nelle loro grazie devi sottostare ad un interrogatorio personale e quasi intimo quasi imbarazzante per certi aspetti. Ma una volta che timbrano il passaporto (mai nella pagina vuota!) scatta il sorriso prima severamente nascosto e ben camuffato con aria sospettosa e un ´Welcome to my island´che ti fa tirare un sospiro di sollievo per avere superato l´esame. 
E via con il minuzioso controllo bagagli e il primo impatto con la lingua che si è l`inglese ma quello caraibico stile Bob Marley `Me do...`che è davvero quasi del tutto incomprensibile. Poi le strade con i residui della recentissima (1983) colonizzazione inglese sue giu, stette, scoscese piene di buchi e tutti con macchine enooormi. Quasi da ogni punto si vede il mare che da una parte all`altra spesso entrambe visibili si gioca a cedere il posto alle morbide forme verdeggianti. 
Strade in cui il 4 x4 è indispensabile, strade in cui spesso è necessario fermarsi per dare la precedenza agli abitanti più folkroristici dell isola: mucche capre e scimmie! strana convivenza ai miei occhi le ultime con le prime due ma se si pensa che siamo a  queste latitudini forse non lo è tanto...
Mi aspettavo un temperamente piu cordiale dei Kittiani che invece non hanno l`arte del sorriso e paiono piuttosto burberi al primo impatto, tremendamente lenti, forse ancora più degli Uruguagy invece no anche se mi pare di scorgere come mi è successo con altre popolazioni che sia solo una facciata, come una scorza dietro alla quale nascondono in realtà più apertura di quella che potrebbe dare un iniziale sorriso ma questo devo ancora testarlo.
Le donne paiono tutte uscite da un quadro di Botero con un po di colore in più, camminano con questi sederoni alti come uno zainetto con africana regalità e anche se non sorridono salutano tutti. La capitale, Basseterre in realtà è poco meno di un paese ma se si pensa che ci sono 37.000 abitanti nell isola è piu che comprensibile. Pare autentica, casette color pastello, rosa azzurro che contrastano con colori accesissimi, rosso giallo turchese e anche qui i resti della colonizzazione anglosassone con le sue cabine `londinesi` un po fuori posto fra le palme per me abituata a vederle nella fredda Piccadilly Circus
Cittadella in stile coloniale-caraibicoche si attraversa in 3 minuti e in cui è impossibile perdersi con un turisticissimo porto dove attraccano quotidianamente le crociere piene di gringos che comprano diamanti on sale e non escono da Port Zante, cittá che si sta pian pianino adattando al loro recente avvento ma che spero mantenga la sua autenticità. E poi uscendo dalla `capitale`  e dirigendomi verso casa, a distanza di 3 rotonde un mondo nuovo, che pare essere lo scenario del film `the Truman Show`, casette tutte uguali che punteggiano le verde colline con i loro tenui color pastello e tutte tutte vista mar dei caraibi, fra queste anche quella da cui vi scrivo 

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

ciao barbarita, vedo che stai iniziando ad aggiornare il tuo blog, raccontando cosa vedono i tuoi okki, complimenti bel posto.
besos........

9:36 PM  

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